Fiscalità Del Trading
Consigli e astuzie: fiscalità del trading
La fiscalità applicata alle operazioni di trading non è delle più chiare in Italia e continua a creare dibattiti tra i trader professionisti e le autorità fiscali. Esistono, tuttavia, dei principi generali per calcolare le imposte sui plusvalori provenienti dal mercato dei cambi.
Qualsiasi persona che desidera dichiarare le imposte dei guadagni generate da Forex deve innanzitutto agire nella legalità. Il trading di valute è un’attività remunerativa legale in Italia sotto certe condizioni: il broker deve essere iscritto alla lista degli operatori autorizzati dalla banca d’Italia e deve agire secondo il principio «spot Forex » (tutte le transazioni vengono effettuate nella valuta di base del suo conto e i guadagni sono incassati nella stessa moneta).
Un’operazione sul Forex è considerata imponibile non appena si selezionano le posizioni, anche se i fondi non sono ancora stati trasferiti nel paese di residenza. L’amministrazione fiscale considera come parte dei profitti la differenza versata o ricevuta alla conclusione del contratto. In pratica, il profitto corrisponde sempre alla somma dei guadagni o dei margini positivi realizzati nell’insieme dei trades. Invece, la perdita equivale alla somma delle perdite del trading in un determinato periodo preso in considerazione.
La dichiarazione degli interessi, delle perdite e dei profitti realizzati con il Forex viene redatta con il formulario 2047, se il broker opera in un paese straniero. Le minus-valenze devono essere riportate separatamente nel formulario 2074. Tale procedura da diritto alla proroga e all’imputazione dei redditi imponibili fino a 10 anni.
Due fiscalità diverse a seconda del vostro profilo di investitore
Investitore occasionale (passivo) : effettua delle operazioni in borsa di tanto in tanto. I suoi guadagni non costituiscono la parte principale dei suoi profitti. E’, dunque, sottoposto a una fiscalità ordinaria per una semplice gestione del patrimonio privato. Sarà tassato a seconda delle plusvalenze sui beni mobili, come per le azioni di mercato. L’ammontare varia a seconda della vostra situazione fiscale globale ma, in genere, la tassazione sarà circa il 30%.
Investitore attivo (professionista) : siete considerati come investitori attivi a partire da un centinaio di operazioni annuali. Per renderla più semplice, un investitore attivo può vivere dei suoi redditi. Siete, dunque, dei negoziatori di titoli. In questo caso, sarete sottoposti a un’aliquota progressiva dell’imposta sui redditi. Le tasse potranno ammontare al 55% circa e al 65% tenendo in considerazione anche i contributi sociali. Dovrete dichiarare i benefici non commerciali (BNC) e uno status professionale (impresa individuale ad esempio). Va evidenziata la possibilità di dedurre le spese che riguardano l’attività (materiale informatico, locali, …) nel caso del regime effettivo.
Un altro punto importante per gli investitori attivi: lo status di lavoratore autonomo non è autorizzato all’attivita di trading.
Il nostro consiglio: non esiste alcuna situazione tipo in ciò che concerne la fiscalità del trader. Ogni caso è unico e dipende dallo status professionale (EI, EURL, …), dal livello, dalla frequenza dei trades, dall’importo totale annuale dei redditi provenienti dal Forex, ….
Per cui, è preferibile consultare l’ispettore delle imposte locale per evitare cattive sorprese. Potrete ottenere un responso scritto che farà fede e vi proteggerà nel caso di eventuali controversie.
Dall’Admin
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Ultimo aggiornamento il 01/12/16