Il trading online ha sempre suscitato opinioni contrastanti. Alcuni lo vedono solo come una trappola per investitori ingenui, un vero e proprio pozzo finanziario in cui solo i “guru” riescono a guadagnare. Altri sostengono, al contrario, che si tratti di un mestiere a sé stante, in grado di generare profitti regolari, a patto di essere ben formati e rigorosi. Allora, a chi bisogna credere?
In questo articolo, desidero offrirti una prospettiva onesta e sfumata. Forte di un’esperienza costellata di fallimenti e lezioni imparate a caro prezzo, spero di mostrarti che se il trading non è di per sé una truffa, può comunque diventarlo quando ci si aspettano miracoli senza il necessario impegno.
Le illusioni che alimentano l’idea di una truffa
Il problema principale del trading non è tanto la pratica in sé, quanto le false promesse che proliferano su Internet. Basta cercare “Come guadagnare in Borsa” per imbattersi in pubblicità che promettono guadagni quotidiani di diverse centinaia (o addirittura migliaia) di euro con pochi clic.
Tali discorsi lasciano credere a una sorta di “ricetta magica”: un indicatore infallibile, un software segreto o magari un coach autoproclamato che propone di “formarti” a peso d’oro. Purtroppo, molti principianti ci cascano, investono tutti i propri risparmi e, dopo alcuni mesi, si ritrovano con il conto prosciugato. Ne concludono quindi che il trading sia una farsa. Eppure, la vera farsa sta nella promessa di un successo rapido e senza fatica.
Dimenticare la ricerca della “strategia perfetta”
Per molto tempo ho cercato la formula ideale, l’indicatore definitivo, il pattern “magico” che mi garantisse guadagni costanti. Ogni volta mi imbattevo in nuove tecniche consigliate da un “esperto”: Ichimoku, Bande di Bollinger, figure armoniche, scalping ad alta frequenza… Risultato? Non approfondivo mai nulla veramente e abbandonavo rapidamente ogni strategia alla prima difficoltà.
Col senno di poi, ho capito che il mercato è troppo imprevedibile per poter essere “addomesticato” con una sola e unica impostazione. Le migliori strategie hanno tutte i propri difetti, i loro periodi di stallo, e bisogna accettare questi momenti difficili. Ancora più importante, il piano di trading deve adattarsi alla personalità di chi lo mette in pratica. Se non ami le emozioni forti, il scalping rapidissimo probabilmente non fa per te. Se sei impaziente, mantenere una posizione per diverse settimane in swing trading può risultare fastidioso.
Questa riflessione emerge spesso nelle testimonianze di trader che, dopo aver fallito con innumerevoli metodi, infine hanno successo quando adottano uno stile che corrisponde alla loro indole. Il consiglio quindi è di soffermarsi su un approccio (azioni, Forex, futures, opzioni, breve o lungo termine…) e studiarlo seriamente, su centinaia di operazioni, per coglierne tutte le sfumature.
Gestire il rischio per preservare i profitti
Anche con una strategia discreta o addirittura buona, si può perdere tutto se non si gestisce correttamente il rischio. È il caso di molti day trader che, dopo una serie di piccole vittorie, finiscono per bruciare il conto in un solo trade sfortunato.
Personalmente, mi è capitato più volte: ottenevo diverse vincite di fila e, preso dall’euforia, aumentavo a dismisura la dimensione delle posizioni, esponendomi a un brusco ribaltamento del mercato. Proprio come in un casinò, “la casa vince sempre” quando ti fai trascinare dall’adrenalina o dall’avidità.
Per evitare questo scenario, è fondamentale definire un chiaro stop-loss prima di entrare in posizione e non allontanarlo mai. Allo stesso modo, occorre adeguare la dimensione di ogni operazione al proprio capitale, per ridurre al minimo l’impatto di una perdita. Ecco un principio spesso ripetuto nel mondo del trading: “Taglia velocemente le perdite, lascia correre i profitti.”
Più facile a dirsi che a farsi, ma è qui che entra in gioco la disciplina — la stessa disciplina la cui importanza è sottolineata da molti racconti di trader:
La psicologia: la grande sfida
Un altro aspetto troppo spesso trascurato è la psicologia. Nella maggior parte dei resoconti, i trader insistono sull’importanza di gestire le emozioni: paura di perdere, voglia di “rifarsi” dopo un fallimento, sensazione di onnipotenza dopo alcune operazioni vincenti.
Fino a quando non ti rendi conto che queste emozioni possono farti uscire dal tuo piano, spingendoti all’overtrading o a prendere rischi sconsiderati, sei seduto su una bomba a orologeria. Al contrario, un trader principiante che si prende il tempo di tenere un diario (per analizzare ogni trade e i propri stati d’animo) migliora più velocemente. Rileggendo i suoi appunti, si accorge che i peggiori errori non dipendono dal mercato, ma dalle sue reazioni incontrollate.
Alcuni consigliano persino di “prendersi una pausa” quando si avverte un eccesso di emozioni negative. “Quando nulla funziona, è meglio chiudere la piattaforma e farsi una passeggiata.” — un suggerimento semplice ma estremamente efficace per evitare i “trade di vendetta” o i colpi di testa che costano cari.
Da leggere anche: La psicologia del trader.
Esempi concreti di errori frequenti
- “Strategy hopping”: cambiare metodo non appena subisci una perdita. Risultato: non ti concentri mai abbastanza per capire perché la strategia abbia fallito o come migliorarla.
- Troppo e troppo presto: investire tutti i risparmi dopo alcune operazioni vincenti. Se il mercato si ribalta bruscamente, il conto può essere spazzato via.
- Rifiutarsi di chiudere una posizione in perdita: sperare che il prezzo risalga per “recuperare”, fino a veder aumentare la perdita a tal punto da cancellare i profitti precedenti.
- Overtrading: voler passare ordini in continuazione, anche quando non esiste alcun segnale chiaro o quando il mercato è fermo.
Numerose testimonianze descrivono proprio questo tipo di errori, spesso commessi durante il primo o il secondo anno di trading. Molto spesso, arriva il punto di svolta quando si prende coscienza dei propri bias psicologici, si accetta la quota inevitabile di perdite e si struttura meglio il proprio metodo.
Quindi, il trading è una truffa?
La risposta più sincera è: no, se consideriamo il trading come un vero lavoro, con una formazione adeguata, una gestione del rischio rigorosa e un continuo spirito critico. D’altra parte, sì, può diventare una truffa se cadi nella rete di chi vende sogni e non ti preoccupi di comprendere la realtà dei mercati. Le “illusioni” abbondano:
- Profitti garantiti
- Tassi di successo del 90%
- Software “magici” che dovrebbero guadagnare al posto tuo
- Coach o formatori senza alcuna trasparenza sui propri risultati
In verità, la maggior parte dei trader alle prime armi finisce per perdere denaro perché non padroneggia questi pilastri: disciplina, psicologia, money management. Quelli che riescono sottolineano, quasi sempre, gli sforzi necessari per superare questa fase difficile. Non si tratta di fortuna o di una sorta di “martingala”, ma di una curva di apprendimento impegnativa.
Conclusione
In definitiva, chiedersi se il trading online sia una truffa è un po’ come chiedersi se l’imprenditoria o la creazione di start-up siano una truffa. Il tasso di fallimento è elevato, molti si fanno male, e alcuni usano argomentazioni discutibili per vendere corsi. Eppure, nessuno denuncia “la grande truffa dell’imprenditoria”: si accetta semplicemente che sia un mondo rischioso che richiede apprendimento, mentalità adeguata e una solida preparazione.
Allo stesso modo, nel trading servono tempo, impegno e, soprattutto, la volontà di non cadere nelle trappole che si incontrano a ogni angolo. Una volta ho letto un consiglio che mi ha aiutato molto:
È un riassunto perfetto della mentalità che porta al successo nei mercati: saper guadagnare poco alla volta, preservare il proprio capitale, imparare dai propri errori e, soprattutto, non iniziare sognando una fortuna immediata. Come qualsiasi professione, il trading richiede prima di tutto tempo, perseveranza e una costante revisione di sé. E così, se sei disposto a impegnarti, scoprirai che il trading non ha nulla di truffaldino… ma di certo non è nemmeno una strada lastricata d’oro, percorribile al primo colpo di testa.